E’ la più grande novità introdotta nel mondo del calcio nell’ultimo decennio e anche oltre: dopo anni di battaglie ideologiche, il VAR (Video Assistant Referee) è ormai realtà nei principali campionati europei – Serie A in primis – e nelle top competizioni per club (nella Champions League 2019 è stato introdotto per la prima volta a partire dagli ottavi di finale) e nazionali (Mondiali su tutte). La tecnologia al supporto degli arbitri per provare a limitare il più possibile gli errori arbitrali, un sistema che permette ai direttori di gara di rivedere l’azione mediante l’ausilio di filmati prima di confermare o cambiare la decisione presa. Ma quando interviene e come funziona il VAR? Ecco cosa bisogna sapere.

Quando interviene il Var?

Il VAR – secondo quanto stabilito dal protocollo Ifab, l’unico vigente – può essere utilizzato solo in quattro precise situazioni:

  1. Segnatura di un gol. Prima di convalidare la rete, il VAR (e l’AVAR, l’assistente del VAR) dovrà controllare quattro aspetti: eventuale fuorigioco; eventuale uscita del pallone nel corso dell’azione; che la palla abbia essenzialmente oltrepassato la linea di porta (in Serie A c’è da anni la Goal Line Technology); eventuali falli commessi nella fase conquista del pallone.
  2. Assegnazione di un calcio di rigore. Prima della convalida del penalty si controllerà se vi è realmente fallo; se il fallo è avvenuto dentro o fuori l’area di rigore; eventuale fuorigioco, eventuale uscita del pallone nel corso dell’azione ed eventuali falli commessi durante l’azione.
  3. Fallo grave di gioco e violenze. Vale solo per le situazioni da rosso diretto e non per i cartellini gialli.
  4. Scambio d’identità. L’intervento del VAR sarà necessario nel caso in cui l’arbitro confonda un giocatore da ammonire o da espellere.

La procedura Var: come funziona?

VAR e AVAR sono in costante contatto con l’arbitro durante tutta la durata del match tramite il sistema di comunicazione radio (auricolare). Tutte le situazioni di gioco vengono riviste comunque dai VAR, per cui non è sempre necessario chiedere una revisione sul campo (On Field Review, OFR).

Cos’è il Var silent check?

Se per la natura della situazione non è necessaria la review ma soltanto la comunicazione con i VAR, si avrà il silent check. Se l’arbitro vuole una review dovrà indicare chiaramente, mimando uno schermo televisivo (gesto ormai noto), l’inizio e la fine della stessa.

Var, le nozioni indispensabili da conoscere

La decisione presa in campo dall’arbitro può essere sovvertita soltanto se dalla review vengano evidenziati chiari errori; solo l’arbitro può accordare una review, i VAR possono infatti soltanto suggerirla; l’ultima decisione sui casi da VAR (elencati sopra) sarà presa sempre e soltanto dall’arbitro; non c’è alcun limite di tempo per la review; una partita non può essere annullata per il mancato funzionamento del sistema VAR; il principio base su cui poggia l’utilizzo del VAR è quello del “massimo beneficio, ma con la minima interferenza”, per questo motivo vengono rivisti solo i “chiari errori” commessi dall’arbitro (o dall’assistente) durante il corso degli incontri.

Prevedere se l’arbitro consulterà il monitor

I principali bookmaker italiani hanno introdotto anche la possibilità di scommettere se l’arbitro consulterà o no il monitor a bordo campo. La scommesse si referterà vincente se l’arbitro durante i 90 minuti regolare procederà all’on field review consultando il monitor.

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Dante Giordano

Nato in Roma a inizio anni 60. Appassionato di tecnologia e sport di tutti i tipi con una predilezione per la pallacanestro e il calcio gaelico. Ha iniziato a scrivere su giornali locali e testate sportive per poi dedicarsi completamente al progetto de Loschema.it.