Giovanissimo, talentuosissimo e capace di innervosire e spesso battere i più forti. Max Verstappen avrebbe apparentemente tutto per diventare l’idolo di tanti tifosi di Formula 1 ma anche di appassionati occasionali, di quelli che guardano il Gran Premio di Monaco così come la finale di Wimbledon. Eppure il ragazzino della Red Bull, più giovane debuttante della Formula 1, a molti sta antipatico, sia nel paddock che a guardarlo da casa. Ci chiediamo: perché? Ecco cinque motivi che forse possono spiegarlo.

1. Gli scontri con la Ferrari

In un Paese “rosso” come l’Italia, il fatto che Verstappen spesso sia stato protagonista delle sciagure della Ferrari pesa sul suo contatore di simpatia. Se Singapore 2017, la gara del disastro alla partenza con Raikkonen e Vettel, può essere considerata un caso, diverso è per esempio quello che è successo in Cina nel 2018, quando Vettel era in testa al Mondiale e vide il suo vantaggio assottigliarsi dopo un tentativo di sorpasso troppo ottimistico dell’olandese, che lo speronò rovinando la gara di entrambi. Punti importanti persi in un periodo magico e poi decisivi anche per la perdita del Mondiale. Ma ci sono altri precedenti: un contatto a Spa 2016 che fece fuori dalla gara Vettel, che lo vide anche zigzagare furiosamente e scorrettamente in Messico nell’estremo tentativo di evitare il sorpasso.

2. Nemico dell’eroe

In Ungheria, nel 2016, Verstappen con un multiplo cambio di direzione rovinò la gara di Raikkonen. Stessa cosa che accadde due anni dopo a Suzuka, per un contatto nei primi giri. Ecco, se toccare Vettel ripetutamente ha reso Max Verstappen antipatico ai tifosi della Ferrari, mettersi contro Raikkonen gli ha fatto perdere l’appoggio della restante percentuale di tifosi di Formula 1. Perché Raikkonen è il più amato, Kimi è Kimi e ha sempre ragione a prescindere. Un esempio di vita che tra una vodka e una festa sullo yacht ha vinto il Mondiale 2007. Mai fare questo tipo di errore: essere insopportabili per il più idolatrato.

3. La “mourinhata” mal riuscita

Una volta Jacques Villeneuve disse che Verstappen era da ricoverare in psichiatria, a causa della sua condotta di gara proprio contro Raikkonen. La risposta di Verstappen, che quando Villeneuve divenne campione del mondo era nato da un mesetto, fu questa: “Villeneuve dovrebbe stare zitto perché ha ucciso una persona”. Il riferimento è a Graham Beveridge, commissario di pista morto per il colpo di una ruota staccatasi dalla macchina di Villeneuve in seguito a un incidente in Australia, nel 2001. Ecco, nel 2001 Verstappen era troppo piccolo per assimilare certi dettagli. Quindi si era preparato la risposta, in stile Mourinho. In stile, già, ma senza stile. Che c’entra Villeneuve con una disgrazia così?

4. L’incoerenza

Nel 2017, dopo un sorpasso leggendario a Austin su Raikkonen, Max Verstappen perse la posizione per una penalità. Bello il sorpasso, certo, ma con tutte le quattro ruote oltre i limiti della pista. E proprio Verstappen, che si era preoccupato di “difendere” la memoria di un commissario attaccando Villeneuve, dichiarò contro un altro commissario, quello che aveva certificato questa decisione: “Mi ha derubato, è il solito idiota che decide contro di me”. Ecco, non è che l’atteggiamento verso una figura possa cambiare in base alle proprie esigenze, no?

5. Solo contro tutti

“Vettel ha esagerato, ma sono felice che siamo usciti fuori tutti”. Questa frase Verstappen la disse dopo il disastro di Singapore citato in precedenza. Bene, si penserà: almeno dopo questa chi tifa Hamilton lo ringrazierà. E invece no: una volta, nel retropodio, Lewis rivide un contatto di gara con Max Verstappen e disse: “Che testa di c…”. La risposta di Max? “In futuro non mi vedo a disegnare vestiti, io voglio una mia pista dove girare coi kart e divertirmi”, riferendosi alle uscite da fashion blogger di Hamilton sui social. E Ricciardo? Beh, Max lo ha buttato fuori in Azerbaigian e non ha mai fatto nulla per evitare di rovinare i rapporti col compagno, che alla fine ha lasciato la Red Bull. Nel curriculum ci sono liti anche con Grosjean, Sainz, Kvyat e persino Leclerc, ai tempi del kart.

Ecco perché quando Ocon, doppiato, lo ha buttato fuori facendogli perdere una vittoria sicura nell’ultimo Gran Premio del Brasile, in pochi si sono dispiaciuti per il giovane Max.

Eppure, la sua follia indomabile è una di quelle cose per cui la Formula 1 è sempre tra gli sport più amati anche se qualcuno dice ancora che è noiosa.

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Alfredo Castiglione Marinetti

Alfredo nasce nella provincia di Milano, cresce a pane e calcio frequenta i campi da quando era poco più che un ragazzino. Appassionato di calcio inglese scrive articoli sportivi da quando era 20enne. Oggi collabora con Loschema.it e fa parte del progetto dalla nascita.