L’Italia ha vinto l’Europeo battendo l’Inghilterra ai calci di rigore dopo una partita che era finita 1-1- con i gol di Shaw dopo 2 minuti e di Bonucci nel secondo tempo. Una partita sofferta ma che per lunghi tratti gli azzurri di mancini sono riusciti a quasi a dominare con il loro gioco. Alla fine l’Italia ha vinto, proprio a Wembley, tempio del calcio inglese. Ecco le pagelle di questa cavalcata trionfale e i migliori giochi della settimana con le promo di benvenuto più forti del momento:

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Donnarumma 9. I rigori sono tra le sue specialità e l’ha dimostrato in finale parandone due consecutivi. Dopo le prime partite nelle quali non si è quasi mai sporcato i guanti, comincia ad aggiungere al suo Europeo parate decisive. Se l’Italia ha preso pochissimi gol, da segnalare uno solo su azione, è anche merito suo, che ha saputo calare la saracinesca in più di un’occasione.

Chiellini 8. La carta d’identità non spaventa, soprattutto quando ti senti ancora di poter dare il massimo. E’ il capitano, e non smette mai di esserlo per tutti i novanta minuti e oltre, evidenziando l’unione di questo gruppo e il suo essere squadra. Salta due partite per infortunio, quella ininfluente contro il Galles e l’ottavo di finale con l’Austria. In quest’ultima la sua assenza si sente, col Belgio dimostra sul campo cosa vuol dire difendere e con la Spagna il suo errore sul gol c’è. Ma il suo Europeo è da vero leader, da capitano e infatti in finale è insuperabile. (Bastoni 6,5. Chiamato in causa per l’infortunio di Chiellini, contro il Galles gioca con personalità e sicurezza. Il futuro. Acerbi 6. Contro l’Austria si dimostra concentrato e soffre fino alla fine con tutto il gruppo).

Bonucci 8. Segna il gol del pareggio in finale, il più importante di tutta la sua carriera. L’affiatamento con il compagno Chiellini si fa sentire, quando quest’ultimo non c’è è lui che guida la difesa. Lo fa con esperienza e precisione, quasi sempre. Come per il compagno di reparto l’errore sul gol di Morata è evidente, ma resta probabilmente l’unico di questo suo Europeo. E’ mancata forse la sua caratteristica giocata in profondità, ma difensivamente da lui si può solo imparare.

Spinazzola 8,5. L’infortunio (grave), quel maledetto infortunio. Gioca un Europeo esaltate, straordinario, da miglior terzino sinistro della competizione. Spinta, corsa, sacrificio, dribbling e un piede, quello sinistro, educatissimo. E’ l’uomo in più di questa Nazionale, l’asso nella manica nei momenti difficili e quello capace di spezzare (letteralmente) le difese avversarie. Poi l’infortunio al tendine d’Achille contro il Belgio, le lacrime, la preoccupazione dei tifosi e dei compagni, infine l’uscita dal campo. Get well soon, Spina. (Emerson 7. Il sostituto naturale di Spinazzola, ma il risultato non può essere lo stesso. Gioca spingendo, dietro concede qualcosa ma in finale si sa rifare).

Di Lorenzo 6,5. Tanta corsa e sacrificio, con Spagna e Svizzera le sue partite migliori. Non spinge molto, ma difende con attenzione e duttilità. Contro il Belgio va spesso in difficoltà, concedendo le corse sulla fascia agli avversari. Il suo rimane un buon Europeo. (Florenzi 6. Gioca solo un tempo contro la Turchia, poi l’infortunio al polpaccio. Toloi 6. Contro il Galles gioca da titolare a destra. Poca spinta ma tanta concentrazione in quello che sa fare meglio, difendere. Gregario).

Barella 6,5. Mezzo punto in più per il gol bellissimo contro il Belgio. Per il resto il suo Europeo rimane al di sotto delle aspettative (altissime, va detto). La sua grinta, lo spirito di sacrificio, l’energia non mancano mai, ma la sua condizione non sembra essere ottimale, sintomo di un campionato vinto giocato a mille all’ora. Da schierare in campo sempre e comunque, perché uno come lui in questa Italia non c’è, anche quando non sembra al top. Col Belgio la sua miglior partita. (Pessina 6,5. Il dodicesimo uomo, pronto a entrare in campo e dare battaglia. Due gol, contro Galles e Austria, che impreziosiscono il suo Europeo. Sempre pronto. Castrovilli sv).

Verratti 7. Alla ricerca della condizione perduta. La sua classe, la sua intelligenza e il suo tocco di palla sono noti a tutti. In mezzo al campo, con il pallone tra i piedi, sa sempre cosa fare. Ma in questo Europeo, salvo la partita con il Galles, la sua miglior condizione sembra lontanissima. Contro l’Austria rallenta il gioco azzurro, con il Belgio sbaglia spesso e con la Spagna fa più falli che passaggi. E la rabbia più grande è vederlo in questo modo, perché tutti sappiamo cosa può e deve fare con il pallone. Ma poi con l’Inghilterra si rifà.

Locatelli 6,5. Titolare contro Turchia e Svizzera, gioca le sue due partite migliori. Contro gli svizzeri fa doppietta con due gol tanto diversi quanto simili in bellezza. Nel primo lancia l’azione con un passaggio lungo da capogiro, poi conclude in porta lui stesso. Nel secondo la sua firma è d’autore, con un tiro fulminante dal limite dell’area. Da subentrante, contro Austria e Spagna, soffre come gli altri nel reggere la spinta avversaria, soprattutto il palleggio degli spagnoli. Sbaglia il primo rigore contro la Spagna, per fortuna ininfluente.

Jorginho 7,5. Il faro della squadra, quello che la fa girare, che le permette di attaccare alta e di difendere “all’italiana”. Quando lui va in difficoltà, con la Spagna patisce il palleggio avversario, tutta la squadra va in difficoltà con lui. E’ il meccanismo che fa muovere l’orologio chiamato Italia, porta esperienza e saggezza tattica alla squadra. Fresco di vittoria in Champions League gioca da veterano e segna il rigore decisivo contro la Spagna.

Insigne 7. O tir a gir. Iconico, bellissimo, diventato ormai il suo marchio di fabbrica. Contro il Belgio la sua partita più bella, e quel gol decisivo che fa allungare le braccia a Courtois inutilmente. Bello anche quello contro la Turchia. Il suo Europeo è più che buono, contando anche alcuni momenti più sottotono ma anche e soprattutto quelli in cui dà spesso la sensazione di poter trovare la giocata vincente. (Bernardeschi 6.5. Ha il merito di aver segnato il suo rigore contro la Spagna e poi contro l’Inghilterra, per il resto ha giocato poco).

Berardi 6,5. Gioca le prime quattro partite da titolare, senza mai trovare il gol. I suoi movimenti, però, sono quelli giusti, le giocate anche, sostenute da una tecnica di base altissima. Contro l’Austria non gioca bene, e ogni tanto la confusione lo porta a sbagliare.

Chiesa 8,5. Mancini gli preferisce Berardi, ma quando entra in campo contro l’Austria qualcosa cambia. Segna un gol bellissimo, spacca la partita e sembra imprendibile. Da lì in poi gioca titolare contro Belgio e Spagna. Segna ancora, azzecca sempre la giocata e va ad una velocità diversa. Uno come lui in questa Italia non c’è, e fa un Europeo a mille all’ora, anche quando le gambe sembrano cedere lui spinge il cuore oltre l’ostacolo. Peccato l’infortunio in finale, quando era il migliore degli azzurri.

Immobile 5,5. Con Verratti è la delusione di questo Europeo italiano. Le gioca praticamente tutte, tranne quella con il Galles. Segna anche due gol, contro Turchia e Svizzera. Poi succede qualcosa, qualcosa si inceppa nella fase finale dell’Europeo. Rifinisce male per i compagni, sembra agitato, sgomita tra gli avversari e li subisce. In aera di rigore sbaglia molto e se negli occhi, parlando di lui, rimane solo il tiro da fermo contro l’Austria, un motivo c’è.

Mancini 10. Il voto più alto lo prende lui, l’allenatore che ha saputo far rinascere una Nazionale che era morta. In questa vittoria c’è un percorso tutto suo, durato due anni. In cui già da subito si vedeva che qualcosa stava cambiando, tanti giovani, tanta grinta. E poi un gioco bello, divertente e che soprattutto non riesce a far giocare gli avversari. La sua Italia vince meritatamente l’Europeo.

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Francesco Bartoletti

Francesco nasce a Napoli nel pieno degli anni 60. Ha vissuto a Roma da quando era adolescente. Appassionato di basket e calcio ha però un amore sconfinato per qualsiasi tipo di sport. Scrive su testate sportive da circa 30 anni e ha abbracciato in pieno il progetto de Loschema.it.