Se c’è una cosa chiara nel destino di Alex Rins, è che ogni volta che arriva a fare qualcosa di straordinario genera sorpresa. Sarà per i suoi modi gentili, da persona e da pilota in pista, ma vederlo raggiungere grandi risultati lascia sempre tutti a bocca aperta.

È sempre stato così, fin dai suoi inizi. Álex si avvicinò alle corse per la prima volta a due anni, quando il papà Rafael, appassionato di motori, gli regalò un miniquad. A sei anni degli amici di famiglia lo misero per la prima volta su una moto. Rins abbandonò il quad e dopo una lunga insistenza convinse i genitori a comprargli una KTM 50cc da motocross. Gli allenamenti per divertimento diventarono rapidamente noiosi, e Alex Rins cominciò così a fare sul serio. Partecipò ai suoi primi due campionati giovanili a 8 anni, nel 2003. Il secondo lo vinse.

Ma per sbocciare dovette aspettare i dodici anni. Corse due anni con le prime moto “road-racing”, abbandonando così il cross. E finalmente nel 2007 vinse ben quattro campionati.

Suscitò l’attenzione di Emilio Alzamora, che lo incluse nella scuola Monlau. E nel 2010 gli permise di debuttare nel Cev, il campionato spagnolo che da anni ormai alleva i migliori talenti pronti a riempire le griglie del Motomondiale. Alla prima corsa, a Barcellona, Rins vinse. Chiuse il campionato in terza posizione dietro a Viñales e Oliveira. Effetto sorpresa. Il colosso Repsol volle prenderlo e renderlo pilota ufficiale per il Cev 2011. Un campionato combattutissimo con Álex Márquez, il fratello di Marc, e aperto fino all’ultima gara.

Prima della partenza di quel Gp di Jerez, il 20 novembre del 2011, Emilio Alzamora riunì Márquez junior e Rins e disse loro: “Ragazzi, c’è un solo posto per il Mondiale 2012. Chi di voi vincerà questo campionato l’anno prossimo sarà in Moto3. Chi perde, rimane nel Cev”.

Durante la gara, sotto la pioggia, Rins cadde. Il campionato era nelle mani del piccolo Márquez. Rins tornò sulla sua moto danneggiata, riprese la corsa, ma ormai doppiato pensò di aver sciupato la sua possibilità. Eppure era arrivato a quella gara da favorito, perché in testa al campionato. All’ultimo giro, mentre molti pensieri lo intristivano, vide un’ombra parcheggiata a bordo pista. Non capì immediatamente, troppo concentrato sulla sua disperazione. Solo al traguardo realizzò che quell’ombra era la moto di Álex Márquez, che era caduto. Rins era campione. Così entrò nel motomondiale.

Alla seconda gara, sempre a Jerez, ottenne la prima pole position della carriera. Alla quarta, a Le Mans, il primo podio. A fine stagione 2012 fu il miglior rookie. Effetto sorpresa.

Nel 2013 Álex Márquez lo raggiunse nel Mondiale come compagno di squadra. Rins si giocò il titolo con Salom e Viñales. Alla penultima gara, a Motegi, il cugino di Maverick, Isaac, sdraiò il leader del Mondiale Salom. Maverick, Rins e Márquez si trovarono in lotta per la vittoria. Rins intimò a Márquez di seguirlo e stargli dietro per non perdere contatto da Viñales, ma quando lo presero Rins si lasciò vincere dagli stessi fantasmi del Cev, di quel titolo vinto per miracolo proprio contro il suo compagno. Il giro della fortuna pretese vendetta, un high-side lo lanciò per terra e Rins, stavolta, dovette accontentarsi di essere vicecampione del Mondo.

Si trasferì ad Andorra, e divenne vicino di casa di Aleix Espargaró. Forse, provocandogli una sana “invidia”, fu proprio Aleix, creando un team nel Cev, a spingere Rins a fare lo stesso. Un po’ come l’Academy di Valentino Rossi, il suo idolo da bambino. Alex Rins cominciò a seguire i ragazzini col suo stesso sogno proseguendo la sua carriera da pilota. La sua amicizia con Aleix Espargaró lo portò a diventare inquilino della casa in cui abitava il collega, quando Aleix dovette trasferirsi per l’allargamento della sua famiglia. Tra uno scherzo di Espargaró, tipo fargli trovare i tergicristalli alzati e gli specchietti dell’auto chiusi, e una risposta sua, tipo quella di “sequestrare” nel suo garage il furgone di Aleix, Rins ritrovò la sua caratteristica migliore: l’effetto sorpresa. Nel suo primo anno in Moto2 fu vicecampione del mondo, mettendoci solo due gare per fare il primo podio. L’adattamento alla MotoGp fu un po’ più complicato anche per un infortunio, ma alla fine del secondo anno Rins portò la sua Suzuki sul podio in tre delle ultime quattro gare.

 

Ad Austin 2019, nello stesso posto in cui aveva vinto la sua prima gara del Motomondiale, in Moto3, Álex Rins a un certo punto ha visto un’ombra. Non ha capito immediatamente, troppo concentrato sulla sua rincorsa al podio. Solo al passaggio sul traguardo ha realizzato, grazie all’esposizione della tabella dai box, che quell’ombra era la moto di Marc Márquez, che era caduto. Poteva inseguire il suo vecchio eroe Rossi e provarci. Da vero cowboy Alex Rins ha sconfitto Valentino e ha vinto la sua prima gara in carriera in MotoGp. Giusto prima del Gp di Jerez, il luogo da cui, con una caduta, era cominciato tutto. Effetto sorpresa.