#1 MISTER TRIPLA DOPPIA

Fino a qualche anno fa realizzare una tripla doppia era considerato qualcosa di straordinario, tant’è che la stagione 1961-1962 in cui Oscar Robertson tenne una tripla doppia di media fu considerata da tutti come qualcosa di più unico che raro. In realtà, da quasi tutti. Perché il signore che risponde al nome di Russell Westbrook è stato l’unico in grado di emulare tale record anzi, è riuscito nell’impresa di mantenere una tripla doppia di media per ben 3 stagione consecutive dal 2016 ad oggi. Molte sono le critiche rivolte dai più al suo modo di giocare, ma è innegabile che quanto abbia fatto rappresenti ad oggi qualcosa di eccezionale e storico. Se non vi bastasse quanto detto, sappiate che detiene anche il record per maggior numero di triple doppie in una stagione (42) ed è l’unico dopo Wilt Chamberlain ad aver realizzato (2 Aprile 2019) una 20-20-20, ossia una tripla doppia da almeno 20 punti, rimbalzi ed assist.

#2 FINO A 17 ANNI NON SAPEVA SCHIACCIARE

Oltre per le triple doppie, Russell è universalmente conosciuto per il suo atletismo fuori dal comune che unisce una rapidità di esecuzione eccezionale ad una esplosività devastante. Quello che però non molti sanno è che non è sempre stato così. Lo stesso Westbrook, infatti, ha dichiarato di non aver mai schiacciato in vita sua fino all’età di 17 anni. Fece la sua prima schiacciata solamente nella sua ultima partita nell’anno da senior alla High School. Grazie al duro lavoro in palestra se Russell è diventato quello che oggi noi conosciamo, ossia una delle Point Guard più atletiche mai viste in NBA.

#3 NUMERO ZERO

Dietro ai numeri di maglia scelti dai vari cestisti NBA, molto spesso si cela una storia. Vari, inoltre, sono i campioni che oggi, come in passato, hanno scelto di indossare la numero 0, uno su tutti Gilbert Arenas con il famoso spot nel quale affermava di indossare lo zero perché questo era ciò che gli altri pensavano di lui, che valesse zero. La motivazione di Russell Westbrook non è poi molto differente. Il suo numero preferito era il 4 (perché quattro sono i componenti della sua famiglia) ma una volta arrivato in NBA scelse lo 0 in quanto ai tempi dell’High School non aveva avuto molte offerte dai college se non da UCLA e quindi lo “0” per lui rappresentava un nuovo inizio: “you go with zero when you’ve been through something and you are looking to get a new beginning”.

#4 GLI INSEPARABILI BRACCIALETTI

La passione di Westbrook per la moda è plateale anche se, ad onor del vero, a volte assume tratti controversi. Basti pensare che in un recente intervista ha dichiarato di indossare i propri stravaganti outfit una volta soltanto per poi darli via. In campo, però, non gli è concesso dare libero sfogo alla sua creatività in tema moda, ma c’è un indumento dal quale non si separa mentre gioca. Ad essere più precisi gli accessori in questione sono due, due braccialetti di gomma. Uno ha la scritta “Why Not”, ormai divenuto il suo motto di vita. L’altro è dedicato ad un suo amico d’infanzia scomparso nel 2004 per problemi al cuore,  Khelcey Barrs, le cui iniziali “KB3” compaiono appunto nel braccialetto in questione.

“Ogni volta in cui qualcuno vi dice che non potete fare qualcosa, chiedetegli: perché no?”

Russell Westbrook

#5 FONDAZIONE WHY NOT?

Oltre al Russell Westbrook giocatore, c’è tutto un lato umano del quale la gente conosce poco. Se in campo, infatti, il suo atteggiamento può spesso essere confuso come arroganza, fuori dal rettangolo di gioco Russell è un autentico filantropo. Nel 2012, infatti, ha fondato l’associazione benefica “Why Not” con la quale vengono forniti aiuti e servizi ai bambini in difficoltà in Oklahoma. Fu il padre a imprimere nella testa di Russ e suo fratello la frase “Why Not?” (perché no?). “Ogni volta in cui qualcuno vi dice che non potete fare qualcosa, chiedetegli: perché no?”. Questo l’insegnamento del padre che Russell ha da sempre fatto suo, in campo e fuori.

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Dante Giordano

Nato in Roma a inizio anni 60. Appassionato di tecnologia e sport di tutti i tipi con una predilezione per la pallacanestro e il calcio gaelico. Ha iniziato a scrivere su giornali locali e testate sportive per poi dedicarsi completamente al progetto de Loschema.it.